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“I CUBETTI DI GHIACCIO” ESPERIENZA DI UN GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO PER PERSONE IN DIALISI E TRAPIANTATE

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“I CUBETTI DI GHIACCIO” ESPERIENZA DI UN GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO PER PERSONE IN DIALISI E TRAPIANTATE

Nel corso di un convegno tenuto sabato 16 giugno 2018 presso l’ Ospedale Bellaria di Bologna ho assistito alla presentazione di un progetto realizzato da un gruppo di infermiere/i dello stesso ospedale denominato “ Cubetti di Ghiaccio “. Si tratta di un gruppo di “ Auto Mutuo Soccorso “ che intende aiutare i pazienti in dialisi a trovarsi insieme periodicamente potendo parlare dei reciproci problemi, ma non solo poter parlare di tutto non solo della malattia. Lo scopo è di rendere i pazienti attivi nella malattia e il risultato che hanno ottenuto nel loro padiglione è stato dimostrato dall0’ intervento di alcuni di loro.

Perché “ cubetti di ghiaccio “ ?  Tutti sappiamo che in dialisi è importante bere molto poco e quindi gli infermieri procurano ai pazienti dei cubetti di ghiaccio da tenere in bocca.

Le conseguenze positive di una tale iniziativa sono evidenti : i pazienti vivono meglio la propria situazione.

Ne sono rimasto affascinato, perché poter divulgare l’ idea e quindi cercare di attivare il metodo il più possibile nei centri dialisi di tutta Italia porterebbe ad eccezionali risultati positivi sul piano della qualità della vita di persone che vivono anni, alle volte molti, in altri per sempre, una situazione altamente negativa a livello non solo fisico, ma anche psicologico.

Questo articolo entra subito sul nostro sito internet, sarà stampato sul prossimo numero del nostro periodico La Fenice ed infine sarà diffuso sui social network come ad esempio Facebook.

Mi appello agli addetti ai lavori che leggeranno l’ articolo a fare in modo che si attivino all’ interno dei loro reparti  per questo fine. Ne risulterà anche un altro elemento positivo, una migliore collaborazione fra medico ( o infermiere ) e paziente, non è poco vi sembra ?

Franco Brizzi, presidente ANTR

“I gruppi A.M.A. nascono negli Stati uniti nel 1935.Il primo fu quello degli Alcolisti Anonimi (A.A.).L’Azienda AUSL di Bologna,già dal 2003 ha in attivo circa 110 gruppi estesi sul tutto il territorio bolognese. I gruppi di Auto Mutuo Aiuto rappresentano un sostegno relazionale/emotivo e fanno parte della vita quotidiana di ognuno di noi. L’esperienza di un gruppo A.M.A. per persone in dialisi e trapiantate dell’Ospedale Bellaria di Bologna ,nasce nel Maggio 2017,con il coinvolgimento spontaneo da parte degli utenti segnati da esperienze delicate come l’emodialisi e il trapianto. La Malattia Renale Cronica porta ad un cambiamento forzato delle abitudini di vita quotidiana da parte di tutte le persone che ne sono colpite,coinvolgendo in maniera generale il resto della famiglia. Incontrarsi ,raccontarsi o semplicemente ascoltare aiuta a condividere tra PARI ,cioè tra persone che sopportano e convivono con lo stesso problema,il peso di una situazione particolare quotidiana,alleggerendone così gli effetti emotivi. L’utente diventa una risorsa per risolvere un problema comune a tutto il gruppo: ha la possibilità di ricevere un sostegno emotivo, di confrontarsi e di ritrovare fiducia in se stesso e negli altri, aumentando la propria autostima e per non sentirsi più soli contro la malattia. Nel Gruppo vige la massima riservatezza e la partecipazione è gratuita. Il gruppo si riunisce il giovedì con cadenza quindicinale dalle ore 12:00 alle ore 13:30 presso una saletta messa a disposizione dall’azienda nei pressi del centro dialisi(padiglione Tinozzi).Noi professionisti,dopo aver effettuato un corso di formazione ,ci siamo posti degli obiettivi, cioè quelli di organizzare incontri con testimonianze dirette da parte degli utenti in modo da coinvolgere altri Centri Dialisi , tutti coloro che iniziano un percorso di pre-dialisi e in un percorso parallelo anche per i familiari.

La nostra esperienza ha maturato la convinzione che l’approccio all’A.M.A. porta ad un cambiamento culturale sanitario/sociale per la potenzialità d’innovazione da parte degli utenti all’autopromozione della propria salute sviluppando una rete sociale.”

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